mercoledì, Gennaio 15

Addio alla palma ticinese: Nuova normativa per le specie invasive

Da oggi, primo settembre 2024, la Svizzera intraprende un passo significativo nella protezione del suo ambiente naturale: circa trenta specie di piante non autoctone invasive saranno ufficialmente bandite dalla vendita. Questa decisione, annunciata di recente, ha suscitato dibattiti e riflessioni sulla gestione delle specie vegetali introdotte dall’uomo e sulle loro implicazioni per l’ecosistema svizzero.

Tra le piante proibite figurano nomi noti come la “palma di Fortune” (Trachycarpus fortunei), il lauroceraso e la buddleja davidii (molto utilizzato nelle siepi), specie che, sebbene originariamente introdotte a scopo decorativo, hanno dimostrato una capacità inquietante di diffondersi e di disturbare gli equilibri naturali. È importante sottolineare che i giardini privati non sono soggetti a questa normativa retroattiva, pertanto gli esemplari già presenti possono rimanere senza necessità di essere rimossi.

L’iniziativa si basa su evidenze scientifiche che documentano i danni ecologici inflitti da queste piante invasive. Queste specie, una volta stabilitesi, possono soppiantare le piante native, riducendo la biodiversità e privando gli organismi autoctoni del loro habitat e delle loro fonti di cibo. Gli effetti si estendono anche agli insetti, come le farfalle e le api, che dipendono da specifiche piante autoctone per il loro ciclo vitale.

Secondo uno studio pubblicato su Environmental Sciences Europe, il costo economico dei danni causati dalle specie invasive in Europa è stato stimato in 26 miliardi di euro. Questo sottolinea l’importanza di agire rapidamente e efficacemente per prevenire ulteriori danni.

La “palma di Fortune”, conosciuta localmente come “palma ticinese”, è diventata un simbolo controverso di questo fenomeno. Originaria della Cina, è stata introdotta in Europa nel 1844 e ha mostrato una notevole capacità di colonizzare terreni al di fuori dei giardini, compresi i boschi a basse altitudini. Questa espansione non solo aumenta il rischio di incendi boschivi, ma compromette anche la stabilità del terreno e la resistenza agli agenti atmosferici.

Gli sforzi per gestire questa specie invasiva includono raccomandazioni specifiche da parte dell’Istituto federale di ricerca per la foresta, la neve e il paesaggio (WSL). Queste raccomandazioni non solo mirano alla rimozione delle piante invasive negli ecosistemi di alto valore naturalistico, ma anche a sensibilizzare il pubblico sull’importanza della gestione responsabile delle piante ornamentali.

Mentre misure drastiche come l’eradicazione completa al di fuori dei giardini privati potrebbero non essere praticabili, soluzioni come la rimozione delle infiorescenze e l’introduzione di alternative non invasive sono considerate più accettabili dalla popolazione. L’uso di motoseghe per le piante mature e la trapanatura delle gemme apicali per quelle più giovani, stanno emergendo come metodi efficaci ed efficienti per controllare la diffusione di queste piante indesiderate.