A rischio anche gli allevamenti locali
Il primo attacco documentato di un lupo alle porte del Gambarogno è stato registrato a Dumenza, appena al di là del confine, in provincia di Varese. Il predatore ha sbranato due capre nella tenuta dell’Agriturismo “Il Roccolo”, gestito dalla famiglia Brancher, sotto il Monte Lema. La vicinanza al Gambarogno, a pochi chilometri dal luogo della predazione, preoccupa ora anche gli allevatori della zona ticinese.
Negli ultimi mesi, già si erano moltiplicati i segnali allarmanti: orme sospette, un insolito timore delle greggi nel lasciare le stalle e avvistamenti di lupi sul territorio di Indemini. Gli allevatori della regione hanno iniziato a temere che la presenza del lupo potesse mettere a rischio le loro attività, specie dopo la conferma di episodi simili nel territorio ticinese.
Nonostante qualche contromisura, come l’uso di cani da guardia e l’invito a recintare le proprietà, la morfologia del territorio rende difficile proteggere efficacemente gli animali.
Il lupo è tornato a popolare queste aree, e gli allevatori, sia sul versante italiano che ticinese, si trovano ora a fare i conti con un predatore che potrebbe rovinare le loro attività.
Il tema del lupo rimane delicato, diviso tra la necessità di proteggere una specie che fa parte del patrimonio naturale e la salvaguardia delle attività agricole, solo attraverso un dialogo aperto e l’adozione di soluzioni pragmatiche si potranno evitare che episodi come quello di Dumenza diventino la norma, salvaguardando il futuro degli allevamenti negli alpeggi.