QuickZoll nel Gambarogno: si paga troppo e manca l’alternativa

Il limite di franchigia è stato dimezzato, ma l’app della dogana QuickZoll applica sempre l’8,1% di IVA, anche su alimentari, libri e farmaci. I cittadini del Gambarogno, privi di una dogana presidiata stabile, non hanno alternative pratiche.

Dal 1° gennaio 2025, come noto, la franchigia personale per gli acquisti all’estero è stata abbassata da 300 a 150 franchi. Chi supera questa soglia è tenuto a dichiarare le merci importate e a versare l’IVA svizzera. Una procedura che, già da qualche anno, può essere svolta anche in modo digitale grazie a QuickZoll, l’app ufficiale della dogana.

Secondo i dati diffusi, l’utilizzo dell’app è in costante crescita: nel solo 2023 è stata usata 68.700 volte, con un incasso di 6,5 milioni di franchi, più del doppio rispetto al 2021. Segno che molti cittadini apprezzano la possibilità di evitare code e formalità agli sportelli fisici. Ma non tutto funziona come dovrebbe.

L’IVA ridotta? Solo per chi ha una dogana presidiata a disposizione

Un problema ben noto — e recentemente rilanciato anche dal Tages-Anzeiger — riguarda il calcolo dell’IVA sull’app: QuickZoll applica in ogni caso l’aliquota standard dell’8,1%, anche su prodotti che, in Svizzera, sono tassati con l’aliquota ridotta del 2,6%. Parliamo di beni anche essenziali come alimentari e medicinali, oltre a libri, riviste, mangimi.

Il risultato? Un cittadino che acquista 250 franchi di alimenti oltreconfine e usa QuickZoll pagherà 20,25 franchi di IVA, mentre chi dichiara allo sportello ne pagherebbe solo 6,50. Una differenza di quasi tre volte, che colpisce chi usa l’app (Fonte Tages-Anzeiger).

Il caso Gambarogno: nessuna dogana attiva, nessuna alternativa

Per i residenti del Gambarogno, il problema è doppio. Infatti, la dogana di Dirinella è presidiata solo occasionalmente, e l’unico valico doganale nei dintorni con personale sempre presente si trova a Ponte Tresa. Questo significa che il cittadino è costretto a una scelta: o paga di più utilizzando QuickZoll, oppure decide di avventurarsi nel traffico ticinese, allungando notevolmente i tempi di percorrenza per il rientro a casa.

Le associazioni dei consumatori hanno più volte criticato questa situazione, sottolineando come l’assenza di distinzione tra aliquote sia un’ingiustizia che va a colpire soprattutto le famiglie e i cittadini delle regioni di confine.

Il correttivo? Arriverà solo nel 2026

Un adeguamento dell’app è previsto, ma non prima del 2026. L’Ufficio federale della dogana ha confermato che la correzione è in programma, ma non sarà introdotta prima per motivi informatici e di costi. Fino ad allora, QuickZoll continuerà a far pagare l’8.1% anche su beni che la legge svizzera considera meritevoli di un trattamento agevolato.